I proverbi
Gli scacchi resi semplici!
Uno dei miti da sfatare – lo ripeto
spesso – per rendere più popolare il gioco degli scacchi è quello che siano un
gioco complicato e che occorra molta intelligenza o pazienza per giocarci.
L’insegnamento degli scacchi ai bambini più piccoli è l’occasione migliore per
farlo: essi imparano in poche ore il gioco tra lo stupore dei propri genitori
che spesso pensano di avere in casa un “genio”!
Cosa deve fare allora l’Istruttore? Prima di tutto deve spiegare ai genitori che
il gioco degli scacchi è semplice ed i bambini – dato che è un gioco – non hanno
difficoltà ad impararlo; a Sassari abbiamo sperimentato una dispensa di 12
pagine che diamo alla prima lezione ai bambini (e alle maestre!) con tutti i
movimenti e i regolamenti basilari, affinchè anche i genitori possano giocare
con loro a casa, quando lo vogliono!
Personalmente condivido la preoccupazione di Alex Wild sulla inopportunità di
introdurre nelle scuole, specialmente quelle primarie, l’aspetto
tecnico-agonistico: così premiante nelle competizioni sportive, ma così
discriminante sulla diffusione di massa degli scacchi.
Perché per ogni vincitore di torneo ci sono decine e decine di sconfitti, e se
non si riesce a fare una adeguata preparazione da parte di tutte le Agenzie
formative (genitori, maestre, istruttori…) questo aspetto porta forte stress ai
bambini (ne ho avuto una conferma anche agli ultimi campionati Under 16 di
Courmayeur, dove ho assistito a pianti pressochè sistematici), fino al punto di
portarli a rifiutare anche di giocare.
Allo stesso tempo, come Istruttore giovanile della FSI, penso di avere anche un
altro compito: quello di proseguire il lavoro di promozione, svolto nelle scuole
ed orientato ad una integrazione con i programmi scolastici, con uno di
formazione fatto invece nei circoli, nei centri di avviamento allo sport (CAS)
del CONI, o nelle scuole di scacchi.
Lo scopo non è ancora quello di formare campioncini di scacchi, ma di iniziare a
guidare i bambini verso la pratica sportiva, dandogli modo di crescere e di
sperimentare le difficoltà che questo può comportare. Statisticamente questi
bambini sono una minoranza: secondo la mia personale esperienza su circa 500
bambini alfabetizzati solo una sessantina partecipano a tornei che non siano
scolastici, e di questi solo una trentina si tesserano e fanno i campionati
giovanili. Quindi non si può sospettare che la Federazione abbia il solo
interesse per la Scuola per fare numeri: tanto più che la tessera scolastica è
addirittura gratuita!
I proverbi scacchistici
Per quanto riguarda il passaggio
dagli scacchi a scuola alla scuola di scacchi, da qualche tempo utilizzo un
sistema simpatico per spiegare i principi generali ai bambini più piccoli che
abbiano già una discreta padronanza del movimento dei pezzi, cioè non sbagliano
più e non lasciano i pezzi sotto attacco.
Si tratta di rime scacchistiche che sottolineano alcuni momenti tipici della
partita, che i bambini vivono con grande coinvolgimento, tanto che le maestre
spesso mi riferiscono che anche durante la ricreazione i bambini vogliono
giocare a scacchi e spesso cercano di inventarsi delle rime.
Lo scorso anno una bambina di quinta elementare ha composto una poesia
eccezionale di ben 54 versi, che dimostra davvero una grande passione sia per
gli scacchi che per la poesia!
I proverbi scacchistici sono stati pensati proprio per far comprendere meglio, o
comunque catturare l’attenzione, su alcune condotte che è preferibile seguire
quando si gioca a scacchi, ma non hanno lo scopo né di indottrinare l’allievo,
né di essere utilizzate per denigrare i compagni, né di farli diventare
campioni. Ritengo invece che svolgano un utile rinforzo per la comprensione di
alcuni argomenti trattati durante la lezione: i bambini si divertono tantissimo
e spesso sono loro a richiederli o cercare di inventarseli.
Qui di seguito riporto una breve rassegna di questi proverbi impreziositi da alcune linotipie in perfetto stile espressionista che lei adora, della amica e collega Erika Pili. Sia lei che Salvatore Fenu hanno adottato nella loro metodologia i miei proverbi e lei ogni tanto mi sforna un’opera ispirata ad essi.
Sto lavorando ad un mio manuale che raccoglierà – possibilmente con dei fumetti – la maggior parte delle mie lezioni col metodo ideografico e le carte scacchistiche. In questo manuale non mancheranno, naturalmente, i proverbi.
La Regina sui suoi
tacchi andava a spasso
e subiva attacchi ad ogni passo.
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Pedoni doppiati,
pedoni isolati…
Son tutti pedoni malandati!
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Cavallo al lato
Cavallo dimezzato
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Tante Regine
presenti al gran ballo
e il Re contento rimane in stallo!
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Sua maestà scende dal trono...
per annunciare mesto il suo abbandono
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Erika
Pili
L'autrice delle illustrazioni di
questo articolo è Erika Pili, campionessa italiana di scacchi, categoria under
14, nel 2000. Attualmente Erika è anche istruttrice di scacchi e usa il metodo
ideografico, che ha sperimentato insieme con l'autore dell'articolo, Sebastiano
Paulesu, con lei nella foto.
Chi volesse avere un esempio più ampio dei proverbi e motti ideati o riutilizzati da Sebastiano Paulesu, può scaricare il documento pdf La rima bianca, la rima nera, presente anche nella sezione materiali.